Quattro, o materia, più tre, o spirito, dà sette ovvero completezza. o
Philon – Filone nel De opificio mundi (100-101) dice che il 7 è l’unico nella decade perché non è generatore ingenerato come l’uno, non è generato non generante come l’8 (generato da 4 ma nulla generante entro la decade), mentre poi 4 è generato (da 2) e generante (8); perciò 7 è Vergine e Immobile e Increato, perché non si muove ciò che non è generato e non genera, come lo 0. Nel mondo celeste 7 è l’impassibilità e l’immobilità; in questo mondo è una potenza che determina i circuiti lunari (si addizionano i primi 7 numeri e risulta 28) e si suol chiamare telesforos, cioè perfezionatrice, tanto che ogni corpo of ganico ha tre dimensioni e 4 limiti (punto, linea, superficie, solidità). Ciò che è immobilità di sopra è perfezionamento di sotto. 7 per 7 dà 49; dopo 49 giorni dalla Pasqua è la Pentecoste; a sigillo, segno della monade e della Remissione si aggiunga 1 a 49 e si ottiene il 50, numero del Giubileo: dopo sette settimane d’anni i debiti erano rimessi, gli schiavi liberati, le terre restituite a chi le ebbe: il Destino scaccia la Fortuna.
Sette le note della scala temperata, le fasi lunari, i pianeti, i colori dell’arcobaleno; corrispondono ai 7 pianeti (a 7 colori, 7 facoltà e via dicendo). 7 sono i movimenti « in su, in giù, a destra, a sinistra, avanti, indietro, in circolo » e basta ciò a costituire una grammatica della danza, in rapporto al lavoro, al cielo, alla creazione (ogni numero è un modulo di traduzione fra ordini diversi, cioè un modello di mediazione). Lo spazio è settemplice se alle sei direzioni si aggiunge il centro da cui partono. Al settimo giorno vigono tabù: è pericolo e riposo e benedizione, poiché ci si riunisce alla fonte (6 + 1). Sette le corde della lira, i mesi della gravidanza minima, settimo il giorno critico per le malattie, e, aggiunge Philon – Filone: sette le vocali, le parti del volto, le potenze dell’anima. Cinque i sensi, più la parlata ed il sesso : sette parti mosse come burattini dalla Ragione, egli aggiunge. Informa Aristotele che il quattro è potenza, il tre attualità: la loro somma è la sapienza. Sette veli di luce e tenebra coprono la faccia di Dio, e sette sono i gradi della scala al paradiso o al tempio. Sette sono i sacramenti e le beatitudini, i doni dello Espírito Santo – Spirito Santo ed i peccati capitali. Il sette è lunare ma le lunazioni dell’anno danno la somma di 364 giorni che è armonizzabile con l’aggiunta di uno al calendario solare basato sul 12 ; i pianeti hanno corrispettivi nei dodici segni dello zodiaco. Sette le Pleiadi e le stelle dell’Orsa; e le Pleiadi decidono la data della semina e del raccolto al loro calare o risalire. I due equinozi del sole occorrono al settimo mese.
Gli affreschi del Guarienti agli Eremitani di Padova (XIV secolo) illustrano le sette età dell’uomo, dapprima posto sotto l’influsso della luna per quattro anni, quindi per 10 anni sotto Mercúrio – Mercurio, per sette sotto Vênus – Venere, per diciannove sotto il Sol – Sole, per quindici sotto Marte – Marte, per dodici sotto Júpiter – Giove, per il tempo che lo separi dalla morte sotto Saturno.
I mistici naturalmente ritrovano l’ordinamento settemplice; i sette chakras yoga o le sette stazioni di Sant’Agostinho de Hipona – Agostino
(De quantitate animae, n. 70-79)[[Algazel – Al Ghazali divide per sette, come Agostinho de Hipona – Agostino, il percorso mistico: scien-za speculativa, penitenza, vittoria sugli ostacoli (il mondo, i cattivi esempi, il demonio, la concupiscenza), la distruzione degli ostacoli, l’uso degli stimoli (speranza e timore), purezza d’intenzione e ricordo dei benefici divini (per evitare ipocrisia e vanità), lode grata a Dio. Questo settenario è manifesto nella settimana mistica tracciata da Luigi Barbo per cui la domenica si medita sull’amore del Creatore, lunedì sulla caduta, martedì sulla nascita di Cristo, mercoledì sulla fuga in Egitto, giovedì sulle persecuzioni inflitte al Salvatore, venerdì sulla passione, sabato sulla calata agli inferi, la risurrezione e l’ascensione. Lo stesso ordine si rifletterà nella divisione della giornata: Ufficio mattutino. Prima, Terza, Sesta, Nona, Vespri, Compieta, adempiendo al versetto: «Sette volte al giorno ridico le tue lodi» (Salmo 118, 164). Ogni giornata era ripetuta l’ascesa perfettiva. La grande mistica inglese fu preceduta dall’opera di frate Ruggero Bacone ( fi294), il quale descrisse l’illuminazione interiore come progressione per sette stadii: dono della scienza speculativa, virtù soprannaturali teologali e cardinali, doni dello Spirito Santo, beatitudini, sensi spirituali, frutti dello Spirito Santo, estasi.
La grazia necessaria alle sette virtù teologali si ottiene inoltre con sette petizioni del Pater, i sette sacramenti guardano dai sette peccati.]] lo dichiarano; le fasi dell’illuminazione musulmana, attraverso la successione di sette colori, corrispondono altresì ai sette punti individuati dai Cabbalisti ed ai sette strati (terra, acqua, aria, fuoco, sole, luna, stelle) del mundus maior di S. Roberto Bellarmino (l’uomo prima deve superare se stesso, mundus minor, poi il settemplice mundus maior, poi il mondo spirituale, l’anima razionale e gli angeli: gli strati del mundus maior hanno un riflesso nel minor).
Mentre le varie tradizioni mistiche parlano di qualità inerenti ai centri, Wilhelm Reich descrive nella sua fisiologia psicoanalitica (anteriore alla sua fase visionaria) gli stessi gangli come assenza di qualità, confermando il rapporto della psicoanalisi con la mistica, come di negativa e positiva. Reich individua sette anelli della corazza con cui il nevrotico si difende dalla vita[[Accenni a questa psicosomatica diede anche il Groddeck (Das Buch vom Es, Limes, 1961). Egli consiglia di sperimentare le genesi della corazza così: si provi a reprimere all’improvviso un pensiero che interessi molto, si scoprirà che non è possibile senza contrarre i muscoli dello stomaco. L’operazione ripetuta provoca una piega che attraversa a metà l’addome, una gonfiezza o una spruzzaglia di venuzze (pp. 144-147). Come tutti gli psicoanalisti, Groddeck non sa che la miglior terapia è però analoga alla repressione e consiste nel non soffermarsi su nessuna immagine mentale, nel sorvolare in fretta, che produce ampie espirazioni. Fondamentale sulla questione è il Cours de philosophie di Simone Weil. La teoria di Reich si legge in Teoria dell’orgasmo, Milano, 1960, p. 219 e sgg.]]. Conviene riscontrare sugli anelli di Reich i plessi dello Yoga, i centri della Cabala – Cabbala e della psicologia «planetaria» greco-romana.
Settimo anello di Reich è l’oculare, che consiste, nella contrazione dei muscoli del bulbo e delle palpebre, per cui gli occhi guardano come dall’interno di una maschera. Il ganglio Sahasrara della mistica yoga sta alla sommità del capo e indica l’essere, non la dominazione. Corrisponde al Saturno greco-romano, al Shabbatai o Binah cabbalistici, all’intelligenza.
Nel sistema dei sette doni dello Espírito Santo – Spirito Santo è la sapienza che degusta Dio. Nel sistema dei sette gironi infernali è la superbia, nel sistema dantesco dei cieli, il settimo, della contemplazione.
Il sesto anello è l’orale, comprende i muscoli della bocca, della gola, dell’occipite, del mento; esso è teso ad inghiottire e a fermare il pianto; quando l’espressione del pianto si sciolga nella parte inferiore della faccia, la corazza della gola rimane rigida e si vede formarsi l’espressione di odio; l’Ajna yoga presiede alle potenze mentali, al sogno e alla volontà, a compassione, rinuncia, risolutezza e magnanimità. Nella Cabala – Cabbala è Tsedek o Chesed o Misericordia, corrisponde alla alternativa di pace e malvagità, è il dono dell’intendimento che comprende le creature. Nel sistema dantesco è il girone dell’invidia, dell’amore del male altrui, il cielo della saggezza di Júpiter – Giove.
Il quinto anello è provocato dalla contrazione dei muscoli profondi del collo, i quali si individuano facilmente se si imita chi piange o trattiene l’ira; il riflesso del vomito è antagonistico e liberatore. Il Viçuddha yoga o plesso laringeo è in relazione alla realtà acustica ed all’Éter – etere, alla bocca ed alle orecchie; è luce lunare e presiede all’affetto, alla tristezza, alla devozione, alla contentezza, al rispetto, al rimpianto, alla collera ed al distacco. Corrisponde al Madim (o Geburah o Violenza della giustizia) cabbalistico, che presiede alla forza ed alla riproduzione. É il dono della scienza dei nostri doveri, del male da respingere; nel sistema dantesco è il girone dell’ira o amor di vendetta; è il cielo della guerra per la causa di Dio, cioè di Marte.
Grandi fiotti di lagrime sono il segno della liberazione mistica. Il quarto segmento della corazza, il toracico, costringe invece ad un atteggiamento cronico di inspirazione, poiché così si sopprime ogni emozione: si è stiff-necked. L’Anahata o plesso cardiaco della regione spinale indica la potenza del movimento e del tratto : presiede all’aria, alla pelle, al ritegno, alla speranza, all’ansia, al dubbio, al rimorso: «Ivi i saggi odono il suono della pulsazione spirituale, esso è l’albero che soddisfa, in esso hanno capelli ritti ed occhi madidi di gioia. Hanno il cuore addolcito dal nettare che bevono», sono « fiamma al riparo dal vento » ; simbolo ne è il fallo gioioso di desiderio.
Conferisce il dono del consiglio o prudenza che rimonta alle cause e sente il destino frammezzo alle vicende della sorte. Nel sistema dantesco: l’accidia, il poco amore del bene; il cielo della filosofia o teologia, ovvero del Sol – Sole. Nella Cabala – Cabbala è Shemesh, o Tiferet, il piccolo volto, o principio formante che nasconde il grande volto o Kether.
Il terzo, diaframmatico, è segno della difesa contro le sensazioni di piacere o angoscia che si producono con il movimento del diaframma nella respirazione; quando l’anello sia stato spezzato si instaura il movimento naturale, abbandonato e sacrificante ; allora il torso si piega ad ogni respiro mentre la parte superiore dell’addome si ritrae. E l’Espansione, Manipura o plesso solare, che presiede alla vista, al fuoco, all’ira, all’ano; nel linguaggio dei gesti gli sono corrispettivi quelli che concedono favori o dissolvono la paura. Presiede, oltre che a ira, a paura, stupore, violenza, orgoglio; produce la fame. E il dono della forza di respingere il male o di abbracciare il bene come oggetti di istintivo ribrezzo o desiderio. Nel sistema dantesco, l’avarizia, il troppo amore delle ricchezze; il cielo di Venere. Nella Cabala – Cabbala è Nogah o Netzach, vittoria.
Il secondo anello è al centro dell’addome, i cui muscoli sono nei nevrotici tesi e dolenti, al pari di quelli che corrono lungo la spina dorsale; è nello yoga la Contrazione o Svadishthana o plesso prostatico alla radice dei genitali; presiede al gusto, alle mani, alla lussuria (Kdma), all’acqua, alla lingua, alla stanchezza, all’avversione, alla vergogna, al languore; produce la sete. Nella Cabala – Cabbala è Kokhab o Hod, splendore. Ne viene il dono della pietà che rende giusti, addolcisce l’operare, lo rende saporoso. Nel sistema dantesco, è il girone della gola, del troppo amore del gusto; il cielo di Mercúrio – Mercurio.
Il primo anello è dato dalla pelvi ritratta, dalla tensione in-dolorita degli adduttori della coscia, dalla contrazione dello sfintere anale: le sensazioni piacevoli sono convertite in dolorose, perché la corazza non consente convulsioni. Nello yoga è la Coesione o Muladhara (mula è radice, Adhara è base) o plesso sacro, sede della brama che sta fra l’ano e i genitali; è il trivio dove s’incontrano i tre fiumi sacri, Idd (luna, sinistra), Fingala (sole, destra) e Sushumna (che divora i due primi i quali costituiscono il tempo, il battere e il levare), il quale è la spina dorsale, la montagna primordiale fra i due corsi: maschio e femmina, caldo e freddo. Presiede all’odorato, al sonno, alla cupidigia, alla delusione, alla credulità. Il dono della temperanza o timore fa fuggire ogni moto insolente verso Dio e nel sistema dantesco è nell’inferno la lussuria, in cielo la luna. Nella Cabala – Cabbala è Levanah o Yesod, la Fondazione o « Regina del piccolo volto », perché come luna fa maturare le forme contenute in Tiferet. Nel suo significato sacro la danza del ventre mira non già a destare lussuria ma a sciogliere questo anello. Sciolti gli anelli si sarà pervasi dalla felicità. Il padre orientale Teofano Recluso – Teofane il Recluso consigliava: «Sii come corda di violino accordata alla nota giusta, senza languore né contrazione: il corpo dritto, le spalle abbandonate, la testa appoggiata con agio, la tensione d’ogni muscolo orientata verso il cuore». San Francesco di Sales diceva: «La carità sarà un’altra scala di Giacobbe composta dallo Espírito Santo – Spirito Santo, » (etimologicamente : dal respiro ritmato) « quasi formerà altrettanti scalini sacri per i quali gli uomini angelici saliranno dalla terra al cielo per andarsi a unire al tetto di Dio Onnipotente e scenderanno (Gen., 28, 12) dal cielo alla terra venendo a pigliare per mano il prossimo e condurlo al cielo; infatti salendo al primo scalino, il timore ci fa abbandonare il male, al secondo la pietà ci sollecita a voler fare il bene ; al terzo la scienza ci fa conoscere il bene che giova fare e il male che giova fuggire ; al quarto con la forza ci facciamo coraggio contro tutte le difficoltà della nostra impresa; al quinto con il consiglio scegliamo i mezzi acconci; al sesto uniamo il nostro intendimento a Dio per vedere e penetrare i tratti della Sua infinita bontà; ed al settimo congiungiamo la nostra volontà a Dio per assaporare e sperimentare le dolcezze della Sua bontà incomprensibile» (Traité de l’amour de Dieu, XI, XV), perché al sommo della scala Dio, essendo chino su di noi, ci dà il bacio d’amore, « ci dà da succhiare le sacre mammelle della Sua Divinità, migliori del vino».
Il settimo intervallo segna l’inizio della dissonanza. La leggenda cinese narra che Hoang-ti era un celeste otre, un tamburo, il sacco su cui rimbalzavano le frecce, una civetta, era il caos, ed era balordo, mancava di aperture. I lampi furono suoi ospiti e gli fecero, per ringraziarlo, sette aperture, del che egli morì.
Così Afraat – Sant’Afraat Siro[[Patrologia siriaca, I vol., pp. 20-21, Parigi, 1894.]]: «Di questa pietra (Cristo) Zaccaria definì e manifestò: “Ecco su questa pietra aprirò sette occhi” (Zacc., 14, 7). E che sono questi occhi se non le sette operazioni dello Spirito di Dio che abitò su Cristo, come dice Isaia Profeta: “Riposerà e abiterà su di lui lo Spirito di Dio, sapienza, intelletto, consiglio e forza, scienza e timore di Dio” (ìs., II, 1-2). Questi sono i sette occhi di Dio che guardano tutta la terra».
La realtà del sette s’impose anche alla psicologia sperimentale, come dimostrò George Miller[[The Magical number Seven, Plus or Minus two, in Psychological Review, LXIII, 1956. Miller parla di «a pemicious Pythagorean coincidence».]] poiché analizzando la capacità di reagire a stimoli distinti si accerta che per l’intensità del suono, per il sapore, per la percezione visiva, come per altri stimoli nell’uomo la capacità di distinguere è limitata a sette varietà; è settemplice la «capacità di canale», come dice il gergo. Si può andare oltre il sette soltanto combinando ordini diversi: forma e colore e sapore ad esempio, ed in tal caso si arriva al massimo di 150.
Fisiologicamente il 7 è iscritto nella matrice, nelle trombe ovarie:
« Sette ricetti per ciascun pianeta
Son nella madre, però sette nati
Nascer posson, come vidi a Leta »
affermava Cecco d’Ascoli[[L’Acerba, Ascoli, 1927, p. 178.]].