Definição de Misticismo
Le definizioni dello stato mistico sono elencate dai dizionari filosofici e dalle enciclopedie, dai trattati teologici; la più stringata è: «Conoscenza sperimentale di Dio». L’uso del termine è invece affidato a regole segrete e semplicistiche. Come campo di gravitazione di sentimenti ottusi la parola attrae una serie di significati diversi a seconda delle varie faglie della cultura pietrificata[[Queste pagine furono redatte nel 1963; da allora la cultura di massa è mutata in modo così vasto da alterare molti dei dati di questo paragrafo.]].
Nella cultura di massa, è sinonimo di sentimenti confusi benché gradevoli, di un compiaciuto e lezioso accostarsi alle istituzioni ecclesiastiche; comporta due ordini di gesti: occhi bassi lagrimosi, labbra dischiuse, testa inclinata, banalità sussurrate oppure sorriso smaccato, testa inclinata, occhi scintillanti. Nostalgie, sdilinquimenti, compunzioni, l’inserimento più o meno facile, sempre recitato, in un’istituzione ecclesiastica: ecco ciò che il termine può stenografare per i consumatori delle merci culturali di qualità ovviamente più triviale.
Nella mezzacultura il termine è considerato elogiativo da un certo strato di consumatori : donne che alternano viaggi ad Assisi e letture di mistici a love affairs accompagnati da declamazione interiore, omosessuali analoghi, frequentatori di sette superstiziose, seguaci di partiti di destra con tendenze sanguinarie. Nella stessa mezzacultura il termine viene considerato un marchio d’obbrobrio dai consumatori di ideologie legate ai sindacati o alle imprese neocapitalistiche.
Il termine è considerato imbarazzante, da confinare a certi fenomeni ormai accolti e neutralizzati nel canone storico ecclesiastico, da parte della mezzacultura dei protestanti « demitologizzati », dei cattolici che hanno bisogno di presentarsi ad un elettorato o pubblico di imprenditori o di impiegati alieni da attriti con l’ideologia del loro lavoro.
La cosiddetta alta cultura è strettamente legata agli strati inferiori, l’apice pesa sulla base che lo regge. Nella storia della cultura italiana recente l’accezione favorevole del misticismo è il segno di riconoscimento di una sua parte ormai sparita, nazionalistica, e designa: orgoglio per l’incapacità di analisi concettuale, ornato stucchevole con pezzi di antiquariato linguistico strappato alle chiese, piacere di conformarsi alla vita militare. Presso gli ermetici c’è il pudore del termine stesso a causa dell’abuso precedente, ma l’incapacità di organizzazione del pensiero e di analisi chiara e distinta delle idee, il piacere tratto dal suono puro delle parole indicano che il termine non è da loro respinto ma solo accantonato, che non provoca ripugnanza ma soltanto astensione dall’uso diretto.
Il riflesso condizionato d’un voto sfavorevole è comune a coloro che invece d’un nome portano il distintivo di «storicisti » o « marxisti » o « neopositivisti » (se non seguono Wittgenstein); presso costoro il termine è sinonimo di irrazionalità, che può voler dire: non verificabilità per esperimento o per testimonianza sociale, difetto di documentazione adeguata, appello abusivo ai sentimenti, rifiuto di prova, rivendicazione di facoltà intuitive in contraddizione con i processi concettuali, appello a costanti immodificabili dell’uomo e della natura, confusione di concetti e molte altre cose ancora; nei casi più sinceri è addirittura mera indicazione dei propri avversari politici o accademici.
Per buona parte dei significati attribuiti alla parola c’è una straordinaria concordia di tutti nel definirla male, quale che sia il voto, di condanna o di approvazione, che segua alla definizione.
Per i marxisti il misticismo è o anarchica incapacità di incanalare la rivolta nell’unico solco che la storia offre, pertanto è una collaborazione di contraggenio con la società che sarebbe da modificare, oppure una semplice appendice di irregolari di un’istituzione ecclesiastica; essi danno definizioni false ma mirano giusto, poiché il mistico potrebbe essere tollerato soltanto nel Regno della Libertà, dove anzi sarebbe l’abitante naturale, laddove chiaramente riesce fastidioso nel tempo dell’edificazione della libertà mediante esasperazione della servitù. Peraltro un certo rapporto fra mistica ebraica e marxismo fu cercato da Walter Benjamin, una valutazione della mistica giansenista come unica rivoluzione concessa in difetto di un proletariato con partito (pertanto figura paterna per il comunista) fu proposta da Lucien Goldmann, uniche eccezioni, rispetto alla condanna del misticismo come ideologia.
Per i pensatori « progressivi » d’altra sorta, mistica è ogni fiducia magica in istituzioni o capi di istituzioni, tanto che essi parlano addirittura di devozione mistica dei militanti comunisti. Riconducendo l’avversione che così si esprime a maggior chiarezza, si ricava questa loro strana definizione: mistico è o-gni atteggiamento che impedisca la critica. Mistico talaltra volta è, per costoro, l’atteggiamento di disprezzo verso la carne, il corpo, in quanto tali, la tendenza a idealizzare e decorare con le parvenze rettoriche della sublimità cose incongrue : altri modi di evitare la critica.
Perché questa identificazione della critica radicale d’ogni cosa creata con l’inibizione della critica?
Se si osservano le associazioni inconsce della parola nei diffamatori come negli apologeti, si vede che mistico corrisponde a femminile. Perciò certi femminei seguaci di ideologie autoritarie la amano in quanto possono sentirsi senza contraddizione apparente virili e mistici insieme: non osando pigliare coscienza della loro femminilità verso l’istituzione o il suo capo, la esaltano inconsciamente con questa trasposizione terminologica. Come passività femminea intendono inconsciamente il termine anche i progressisti, e perciò ritengono che il misticismo, contro ogni ragione, porti alla acquiescenza verso i capi magici della folla o verso la falsa tradizione (la resistenza al nazismo fu alimentata, nel gruppo della Rosa bianca,, da letture di mistici, per dire un sol caso, di un ambiente, che scoraggiava efficacemente le rivolte).
Per leggere i mistici occorre avere non solo la mente sgombra da queste ubbie coagulate in stereotipi ma anche libera dalle associazioni inconsce.